Guido Zaccagnini - Hector Berlioz

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Per migliaia di persone era una voce che arrivava in casa attraverso le frequenze di Rai Radio3 e raccontava la musica classica con un taglio alto ma mai cattedratico, e un’ironia in grado di strappare un sorriso anche al più ostico degli ascoltatori. Una voce che in tanti aspettavano come un irrinunciabile rito quotidiano.

Una voce che però ora non c’è più, perché si è spenta la notte del 27 dicembre a Roma. Improvvisamente. Aveva da poco pubblicato un libro mastodontico al quale teneva tantissimo (la recensione è su «la Lettura» del 2 ottobre): Una storia dilettevole della musica. Insulti, ingiurie, contumelie e altri divertimenti (Marsilio, pagine 496, euro 19), sulle cattiverie che si dicevano fra di loro i compositori. Lo divertivano molto. Storico della musica («musicologo sarà lei», scherzava con chi lo chiamava in quel modo), era nato a Roma 70 anni fa, nel 1952.

Si era laureato al Dams con il compositore Aldo Clementi e diplomato in pianoforte al Conservatorio. Ha insegnato inoltre alla facoltà di Lettere e Filosofia dell’università Roma Tre e al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma, collaborato con Rai News24 e con Rai5. Ha poi fondato e diretto l’ensemble Spettro Sonoro, con cui ha eseguito e registrato l’opera omnia musicale del filosofo Friedrich Nietzsche.

Coltissimo e rigoroso nei suoi articoli e nei suoi libri — oltre a quello appena citato, ha scritto Hector en Italie. Una lettura di Berlioz (Pendragon, 2002) e tradotto e curato La generazione romantica di Charles Rosen (Adelphi, 1997) e Su Beethoven. Musica, mito, psicanalisi, utopia di Maynard Solomon (Einaudi, 1998) — sempre piacevolmente divulgativo ed empatico nelle sue trasmissioni, Zaccagnini rimane per tantissime persone soprattutto una delle voci storiche di Radio3.

Voce roca, profonda, a chi gli diceva che avrebbe potuto cantare il blues rispondeva ridendo con qualche frase in romanesco. Poteva apparire burbero a volte, e forse si divertiva anche a lasciarlo pensare, ma era una persona dolcissima, come spesso lo sono quelli che giocano a fare i burberi.

In queste ore lo stanno ricordando sul suo profilo social (aveva iniziato da poco a farne uso) e con messaggi a tutte le trasmissioni di Radio3. Non manca nessuno: amici, studenti, ascoltatori, colleghi.


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